La Venezia che pochi conoscono
- Maddalena Scarpa
- 19 mag 2019
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 5 lug 2021
Patrimonio dell'Unesco dal 1987, Venezia è la romantica città d'arte, la città di Piazza San Marco e di Palazzo Ducale, delle gondole e del Carnevale.

Piazza San Marco
Molto importante per capire il prossimo concetto è conoscere che, durante il periodo Barocco (600-700), l’entrata principale per giungere nella città non era Piazzale Roma come lo è oggi, ma era la parte opposta, ovvero Piazza San Marco; questo perché il Ponte della Libertà non era ancora stato costruito perciò Venezia era un’isola vera e propria, raggiungibile unicamente via mare.
Ecco il motivo per il quale, arrivando dal mare, in Piazza San Marco siano presenti due altissime colonne di marmo e granito sormontate una dal leone alato (simbolo di Venezia) e l’altra da San Todaro (protettore della città). Esse rappresentavano la porta d’ingresso alla città, ma non furono costruite a Venezia. Infatti, vi giunsero a bordo di navi provenienti da Costantinopoli le quali trasportarono anche una terza colonna che però purtroppo affondò in mare; queste colonne rappresentavano il bottino di guerra. Curioso è il fatto che le due colonne pesavano talmente tanto che da quando arrivarono in Piazza San Marco rimasero stese a terra per oltre cent’anni perché nessuno riusciva a trovare il modo di sollevarle!

In Piazza San Marco, come immagino ben saprete, sono presenti la Basilica di San Marco e Palazzo Ducale. La Basilica fu da sempre la cappella Ducale, collegata internamente al Palazzo in modo che il doge potesse accedervi con facilità. Famosa per i suoi meravigliosi mosaici d’oro che rappresentano la vita di San Marco e alcune storie del Nuovo e dell’Antico Testamento, la basilica di San Marco è il maggior tesoro di Venezia.
Senza dubbio non può non emergere il Campanile di San Marco, situato di fronte alla Basilica e non di fianco ad essa come di consueto. I veneziani lo hanno soprannominato “El paròn de casa” (il padrone di casa) sicuramente a causa della sua imponenza: ha un’altezza di 98.6 metri!
Sulla sommità della cima del campanile è possibile scorgere una statua, che dal basso sembra piccolissima ma è alta ben 3 metri! Questa è in oro e rappresenta l’Arcangelo Gabriele. Pensate che è girevole su sé stessa grazie alle sue ali che prendono il vento come fossero delle vele. Solitamente quando la statua si rivolge verso la Basilica, i veneziani percepiscono che soffia lo scirocco e questo è il segnale che potrebbe arrivare l’acqua alta.

La leggenda del fornaio di San Marco
La leggenda narra che, durante il XVI sec, un fornaio abbia trovato un nobile morto pugnalato per strada e sia stato incolpato ingiustamente di quell’omicidio. Il povero fornaio venne condannato a morte perché, sotto tortura, pensò fosse meglio confessare l’omicidio per non subire ancora tutte quelle crudeltà. Il colpevole venne scovato solo una settimana dopo la morte del povero fornaio. Da quello scandaloso errore giudiziario nacque la formula “Recordève del poaro fornareto” (ricordatevi del povero fornaio), con la quale il segretario del Consiglio dei Dieci, massimo organo giurisdizionale penale di Venezia, usava avvertire i consiglieri prima che essi pronunciassero ogni sentenza. La leggenda venne creata per tramandare la visione di una giustizia che ricerca sempre la verità. A lungo due lumini rossi vennero accesi tutte le notti nel punto in cui c’era il patibolo nella Basilica, per rappresentare le scuse dell’intera Venezia al povero fornaio.

Libreria Acqua Alta
Uno dei luoghi che vale la pena conoscere nella città è la Libreria “Acqua Alta”. Questa nasce nel 2004 dall’idea di Luigi Frizzo il quale riesce a raccontare Venezia in modo autentico ed esclusivo. La città potrebbe infatti dirsi racchiusa in questo microcosmo fatto di libri, arredi, gatti e ovviamente acqua alta: quando il livello dell’acqua supera i 110 cm sul medio mare, questa entra nella libreria da diverse aperture.
Frizzo si è perciò attrezzato di una serie di elementi che possono galleggiare nell’acqua come gondole, canoe, barchette e vasche da bagno. Tutti questi elementi sono completamente sovrastati da libri di ogni genere: libri naturalmente su Venezia i quali attraggono enormemente turisti da tutto il mondo, libri di avventura, libri gialli e di tantissime altre tipologie. Sono presenti anche vecchie enciclopedie ormai sorpassate e destinate al macero, le quali però fungono da scala per vedere lo scorcio oltre il muro di cinta che irrompe sul canale adiacente.

Vocaboli fondamentali
Venezia è una città unica ed essa ha anche un dizionario personale. Quando ad esempio si parla di strade e piazze, tutti pensiamo di conoscere cosa si voglia intendere, invece non è così. A Venezia non ci sono strade o vicoli, ma calli e callette; non ci sono piazze ma campi, non ci sono fiumi ma canali e rii. Ma quali sono le caratteristiche che contraddistinguono tutti questi termini? Ora scriverò un breve elenco da cui sarà semplicissimo comprendere le differenze tra di essi in modo da non poterli più confondere.
· Calle: E’ la tipica strada veneziana. Può essere larga o stretta (detta quindi calletta, può arrivare fino a soli 50 cm di larghezza) e costituisce l’ossatura delle vie di comunicazione della città, percorribili solamente a piedi. Spesso il nome della calle deriva dalla chiesa situata nelle vicinanze oppure dai mestieri o attività che si svolgevano in passato in quel luogo.

· Rio: Il rio è l’unità di base che costituisce il sistema di navigazione della città: esso indica i canali costeggiati da edifici o fondamenta che separano le diverse isole che compongono Venezia.

· Fondamenta: E’ il tratto di strada che costeggia un canale o un rio. In pratica, una calle bagnata in un lato dall’acqua e in quello opposto no.

· Strada: a Venezia ne esiste solo una, la ‘Strada Nova‘, ottenuta con gli sbancamenti dell’ottocento che hanno devastato antiche calli. Il nome Strada Nova propriamente detto sarebbe relativo al solo tratto terminale tra Santa Fosca e il Campo dei Santi Apostoli; tuttavia la popolazione usa questa denominazione per indicare l’intero percorso, costituito da larghe vie collegate da ponti ricavate nel corso del XIX secolo, che costituisce l’accesso pedonale rapido tra Rialto e la Stazione Ferroviaria.
· Sotoportego : tunnel, solitamente ad arco, che attraversa un palazzo ed unisce due calli.

· Campo: Di solito è l’area davanti ad una chiesa, quindi assimilabile ad una piazza; deve il nome al fatto che nei primi secoli veneziani era luogo aperto sterrato, vi cresceva l’erba utilizzata anche per il pascolo di animali, ma era anche terreno paludoso ed infetto. Il diminutivo di campo è campiello.
La gondola
Imbarcazione veneziana più adatta al trasporto di persone fin dall’XI secolo in una città come Venezia, la gondola è una tecnica particolare di voga a un solo remo, la quale implica che il rematore stia ritto in piedi sulla poppa dell’imbarcazione guardando in avanti.
La forma snella della gondola, nonostante i suoi 11 metri di lunghezza, consente agili e veloci collegamenti tra gli angusti canali della città e tra le isole. I sei sestieri (Cannaregio, Castello, Dorsoduro, Santa Croce, San Marco e San Polo) sono simbolicamente rappresentati nei sei denti anteriori del ferro anteriore della gondola.

Ma qualcuno si è mai chiesto perché le gondole siano tutte nere? E’ rarissimo vedere una gondola di un altro colore; questo perché un tempo i veneziani spendevano talmente tanto denaro per decorare la loro gondola che il Governo decise che tutti dovessero averla dello stesso colore. A Venezia, inoltre, il nero simboleggia l’eleganza.
Il gondoliere è quindi da molti anni un lavoro molto redditizio che spesso si tramanda di padre in figlio. Dovendo vogare tutto il giorno, è spesso un uomo giovane e prestante. E ciò viene tante volte molto apprezzato da turiste di qualsiasi età: così i gondolieri hanno dovuto (e voluto..) comprare qui e lì delle piccole alcove, degli appartamentini segreti che passano di padre in figlio dove portare quelle turiste più ansiose di… approfondire il giro turistico.

Senza dubbio Venezia è una delle città più artistiche del mondo: quando passeggiamo per Venezia ci sembra di camminare dentro ad un dipinto, questo grazie ai suoi palazzi, chiese, ponti, calli e canali.
Può capitare spesso di incontrare artisti di strada i quali si cimentano a dipingere qualche scorcio creando stupendi quadretti che poi i turisti possono acquistare come ricordo.

"Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro." (Peggy Guggenheim)
La Madonna della Salute
A Venezia si usa celebrare ogni 21 novembre la festa della ”Madonna della Salute”, in ricordo della peste che uccise cinquantamila abitanti della Serenissima nel biennio 1630-31, e per cui il Doge ed il Consiglio dei Dieci ordinarono la costruzione di una chiesa come ringraziamento per la sua cessazione. Baldassarre Longhena fu l’architetto commissionato per il progetto della nuova chiesa, situata nella punta della Dogana, luogo equidistante da tre delle strutture simboliche della città di Venezia (San Giorgio Maggiore, San Marco e il Redentore).
Nella cupola della basilica è posta la statua della Vergine, protettrice della Repubblica, la quale sulla mano destra tiene un bastone che rappresenta il bastone di comando che portavano i Capitani generali da Mar (patrizi veneziani ai quali era stato affidato il comando supremo sulla flotta).La Vergine in questo modo è chiamata ad aiutare la Repubblica nelle vittorie militari navali nella guerra contro i turchi; essa è guerriera e combatte per Venezia.

Fontego dei Tedeschi
«Niente armi, niente giochi niente prostitute. Per il resto liberi di commerciare». Queste sono le severe regole incise nel marmo all’ingresso del palazzo del Fontego dei Tedeschi imposte dalla Repubblica Serenissima di Venezia dal 1200 in poi ai mercanti provenienti dalla Germania e dei Paesi del Nord Europa: essi raggiungevano Venezia in cerca di spezie e coloranti per le loro lane grezze. Mercanti ospitati, previo pagamento di un pesante dazio, nel Fondaco (albergo-magazzino). Per questo il palazzo sul Canal Grande fu chiamato “dei tedeschi”.
Pochi anni fa ha riaperto il palazzo: qui oggi si affacciano quattro piani allestiti a grande magazzino di lusso, con tanto di scale mobili e red carpet da passerella di festival. Al piano terra è presente una bella visibilità per il grande artigianato veneziano accanto al caffè e ad un ristorante.
Al quarto piano del Fondaco, sotto la grande cupola è stato ricavato un vasto salone per eventi, incontri e mostre. Da qui una scala porta ad una lunga terrazza che permette allo sguardo di abbracciare tutta la laguna con un panorama a 360 gradi.

I bacari
Per finire vi parlerò un po’ di una delle mete preferite dei giovani (e non solo) a Venezia: il Bacaro. Il Bacaro è la tipica osteria veneziana dove da tempo immemorabile è possibile gustare degli appetitosi “cicheti” (spuntini) e delle ottime ombre di vino. Una delle tante leggende al riguardo, vuole che il termine “bàcaro” sia nato da un’esclamazione di un gondoliere che un giorno, assaggiando un nuovo vino, esclamò: “Bon, bon! Questo xe proprio un “vin de bàcaro”. L’espressione veneziana “far bàcara” significa fare baldoria nel nome di Bacco (dio del vino), ed è così che sono nate le tipiche osterie veneziane; qui il vino della casa viene servito in classici bicchieri di vetro.
L’elemento che accomuna i bacaréti è senz’altro il legno, solitamente scuro, che rende il luogo caldo, accogliente e familiare; il legno è un elemento presente nell’arredamento di tutto il locale, dalle travi del soffitto alle colonne portanti, fino al bancone, alle sedie ed ai tavoli.
Alcuni dei migliori bancari di Venezia sono “Il Cantinone già Schiavi”, “La Ciurma” e il “Bacaro All’Arco”; molto comodo alle università e frequentato è anche il “Bacareto da Lele” situato a Santa Croce.

Il Carnevale
Le origini del Carnevale di Venezia risalgono a moltissimi anni fa, quando un periodo dell'anno era dedicato al divertimento pubblico dove la popolazione veneziana usava festeggiare con musica e balli. Naturalmente tutti i partecipanti erano vestiti in maschera, aspetto molto interessante perché in questo modo tutte le classi sociali potevano partecipare senza essere giudicate per il loro status sociale, sesso o religione.
Il Carnevale di Venezia occupa due settimane all'anno tra i mesi di febbraio e marzo e attira migliaia di turisti grazie ai suoi eventi e manifestazioni, i quali hanno il maggior fulcro in Piazza San Marco.
L'evento che inaugura il Carnevale è la Festa Veneziana sulla'Acqua: la sera prima del Grand Opening al Carnevale, il Rio di Cannaregio si trasforma in un palcoscenico dove strutture galleggianti di tutti i tipi e colori sfilano nell'acqua condotte dalle più stravaganti maschere.
In anni recenti è stata istituita nuovamente la Festa delle Marie: essa è una rievocazione della festa originale storica nata intorno al IX secolo, durante la quale dodici tra le più povere donne veneziane in procinto al matrimonio dovevano sfilare con abiti e gioielli sfarzosi prestati dalle chiese della città. Nei giorni seguenti queste donne dovevano poi mostrare la loro bellezza lungo il Canal Grande, trasportate da delle barche; inoltre chi riusciva a vedere queste dodici dame si diceva potesse acquisire una buona fortuna.
L'evento più conosciuto del Carnevale è il Volo dell'Angelo, durante il quale un artista famoso si cala dalla sommità del Campanile di San Marco e scende a Palazzo Ducale, legato ovviamente ad un cavo di metallo. Questa ricorrenza avviene la seconda domenica di Carnevale ed è legata ad una tradizione cinquecentesca durante la quale un acrobata turco riuscì a raggiungere la sommità del Campanile percorrendo una fune che partiva dal molo di San Marco. Scendendo, poi, raggiunse la balconata di Palazzo Ducale porgendo i suoi omaggi al doge. Ma l'aspetto più curioso è che questo acrobata non era legato a nessuna fune ma era solamente aiutato da un bilanciere!
Così gli anni successivi questa camminata molto coraggiosa diventò una cerimonia ufficiale, fino ad arrivare alla metà del Settecento, quando l'esibizionista cadde e si schiantò al suolo in mezzo al pubblico. Da quell'anno la cerimonia venne vietata, sostituendo l'acrobata inizialmente da una colomba di legno e successivamente da artisti legati in enorme sicurezza.
Ma in mezzo a tutti questi eventi pubblici in piazza si nascondo anche molti eventi e balli privati, per coloro che preferiscono appuntamenti più esclusivi e raffinati. Uno di questi è il Ballo del Doge, la più famosa festa privata di Venezia che ospita ogni anno celebrità provenienti da tutto il mondo. Obbligatoriamente tutti i partecipanti devo rispettare il dress code precedentemente imposto, spesso spendendo moltissimi soldi (considerate che si può arrivare anche a 3-4mila euro per un vestito!!). La location è senz'altro di estremo lusso, solitamente all'interno di un antico palazzo veneziano, e il biglietto d'entrata parte dagli 800 euro a testa: ora capite perché parlavo di evento esclusivo! Il tutto è inoltre arricchito ed animato da musica, ballerini, acrobati e artisti di fama mondiale.
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