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Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria di Antonio Canova

Aggiornamento: 7 lug 2021

Situato all'interno della Chiesa degli Agostiniani, meglio detta Augustinerkirche, nella città di Vienna, il monumento funebre dedicato a Maria Cristina d’Austria venne realizzato dallo scultore trevigiano Antonio Canova.


L'artista e le opere più conosciute


Nato nel 1757 a Possagno, egli fu il massimo esponente del Neoclassicismo dal punto di vista scultoreo, una corrente affermatasi in Europa tra il XVIII e il XIX secolo come reazione allo stile tipico del Barocco e del Rococò. Egli apprese le basi della sua arte nella città di Venezia per poi trasferirsi a Roma, la capitale dell’arte, all’età di ventidue anni; qui si afferma e realizza opere di immensa portata come Orfeo ed Euridice, Amore e Psiche, Teseo sul Minotauro e Dedalo e Icaro, frutti della sua grande passione per la mitologia, e la Maddalena Penitente, oltre a due monumenti funebri, uno dedicato a papa Clemente XIII e il secondo a papa Clemente XIV, anticipatori del Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria. Il successo di Canova divenne talmente grande che agli venne poi individuato da Napoleone Bonaparte, il quale gli chiese di diventare suo ritrattista; egli rifiutò ma realizzò comunque alcune opere in suo onore e in onore della sua famiglia (vedi il Napoleone come Marte Pacificatore, Ritratto di Letizia Ramolino Bonaparte e Ritratto di Paolina Borghese come Venere vincitrice). Nel 1812-17 realizzò poi le famose Tre Grazie e nel 1822 egli si morì a Venezia.


Descrizione dell'opera


Il committente dell’opera in questione fu il duca Alberto di Sassonia-Teschen, un principe tedesco nato nel 1738 in Sassonia; egli, in preda alla forza dell’amore, ebbe la fortuna di potersi di unire in matrimonio per amore e non per convenzione e lo fece con l’arciduchessa Maria Cristina d’Austria. Insieme, i due diverranno i governatori del ducato di Teschen e i Paesi Bassi austriaci. La loro convivenza si rivelò così gioiosa che, nel 1798, alla morte della moglie, Alberto decise di commissionare un cenotafio, un monumento sepolcrale privo dei resti mortali della persona defunta, che avesse l’obiettivo di ricordare Maria Cristina e di onorarla tanto quanto essa meritava. Egli si rivolse dunque allo scultore Antonio Canova che ebbe l'occasione di conoscere in quegli anni grazie ad un viaggio compiuto dall'artista in Austria e in Germania; Canova si dedicò all’opera per ben sette anni, dal 1798 al 1805, seppur con alcune intermittenze, cogliendo l’occasione di realizzare un monumento funebre già progettato una decina di anni prima in onore a Tiziano Vecellio e mai portato a termine. Egli, inoltre, per l'esecuzione dell'opera prese spunto nei suoi disegni preparatori anche da monumenti funebri già esistenti.


Com’è possibile osservare di primo impatto, il monumento, realizzato in marmo bianco in stile neoclassico, vanta un’altezza di 574 cm e presenta una forma piramidale, risaltando il gusto cosiddetto «egittizzante»; un gruppo di individui, unito in una processione, è intento ad entrare nel buio varco presente nel monumento. Nella parte superiore di tale varco spicca un architrave, il quale reca un’incisione ben leggibile: «Uxori optimae Albertus»; questa, tradotta dal latino, significa letteralmente Alberto alla sua ottima moglie, ed ha dunque lo scopo di risaltare il nome del suo committente, oltre che l’obiettivo primario dell’opera stessa, ossia la dedica alla moglie defunta.


Poco più in alto, una personificazione esteticamente molto simile ad un angelo regge un grande medaglione: quest’ultimo rappresenta proprio il ritratto a bassorilievo di Maria Cristina di profilo e l’angelo è la personificazione della Felicità celeste, affiancata da un putto in volo con una palma in mano, simbolo del Trionfo e della Gloria celeste. Il medaglione è inoltre corredato da un serpente nell’atto di mordersi la coda, simbolo dell’eternità e della vita che si rigenera senza arrestarsi.

Iscrizione «Uxori optimae Albertus» e ritratto a bassorilievo.

Tre sono i gradini nei quali è impostato il podio che le figure in processione sono in procinto di salire per raggiungere l’entrata del sepolcro, oltre la quale essi andranno a depositare le ceneri della donna defunta. Tali ceneri sono contenute all’interno di un’urna, sorretta dalla donna a capo del corteo: questa costituisce la personificazione della Virtù, accompagnata da due fanciulle, una alla sua destra e una alla sua sinistra. Alle spalle della Virtù, un anziano uomo non vedente si aiuta con un bastone a salire i gradini e si aggrappa ad un’altra donna alla ricerca di aiuto: questa raffigura la personificazione della Beneficienza o della Pietà, la quale porta con sé un’altra piccola bimba poco visibile frontalmente.

Sezione sinistra del monumento: processione.

Nella sezione destra del monumento, poi, un Genio funerario seminudo con dei boccoli sui capelli e grandi ali riposa adagiato sul dorso di un leone, quest’ultimo emblema della Forza morale.

Sezione sinistra del monumento: Genio funerario e leone.

I vari soggetti del monumento funebre intenti ad oltrepassare la linea separatoria tra la Vita e la Morte, evidenziata anche dal colore molto chiaro del marmo in contrasto col buio al di la del varco, presentano tutti il capo chino verso il basso, in segno di rispetto di fronte ad un destino che sanno di non poter modificare; essi poggiano i nudi piedi in un lungo e leggero drappo, emblema della continuità presente tra la Vita e la Morte e sono legati tra loro da una ghirlanda di fiori.


L’opera in questione può essere osservata secondo due chiavi di lettura: la prima, la più semplice, vede le ceneri della defunta accompagnate da un corteo funebre verso l’Oltretomba, omaggiandola, mentre la seconda sembra rappresentare l’allegoria della Morte, secondo cui ogni essere umano nella terra prima o poi dovrà fare i conti con essa.






Bibliografia:

L. Cicognara, Biografia di Antonio Canova, Venezia, 1823.

G. Rosini, Saggio sulla vita e sulle opere di Antonio Canova, Pisa, 1825.

G. Nifosì, Arte in opera. Vol. 4. Dal naturalismo seicentesco all’Impressionismo, 2016.


Sitografia:

Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria di Antonio Canova: analisi completa dell’opera in «Arteworld». Consultato il 5/07/2021. (https://www.arteworld.it/monumento-funebre-a-maria-cristina-daustria-canova-analisi/).

Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria in «Wikipedia». Consultato il 5/07/2021. (https://it.wikipedia.org/wiki/Monumento_funebre_a_Maria_Cristina_d%27Austria).

Antonio Canova. Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria in «Exibart», 26/11/2003. Consultato il 5/07/2021. (https://www.exibart.com/opera/antonio-canova-monumento-funebre-di-maria-cristina-daustria/).

Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria. Consultato il 5/07/2021. (https://www.lsgalilei.org/lavori/Canova/maria_cristina.htm).

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